La Mission

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In Italia il dibattito sui temi legati alla terra ed all’agricoltura non è ancora maturo. La portata e la dimensione di questo straordinario fenomeno sociale ed economico non è ancora chiaramente percepita.

I problemi connessi all’uso della terra vengono infatti semplificati in concetti che hanno più il sapore della cultura contadina che non il valore di una complessa realtà chiamata ogni giorno ad alimentare miliardi di persone, nel rispetto delle grandi regole che soprassiedono all’equilibrio delle forme di vita nel nostro pianeta.

Anche il decisore pubblico è portato a banalizzare una attività economico-produttiva che coinvolge gli ambiti della geopolitica, del sociale, della finanza, degli scambi internazionali, oltre che quelli connessi all’uso del territorio, al contrasto delle alterazioni climatiche ed alla corretta gestione delle risorse idriche.

L’agricoltura oggi è al centro delle grandi trasformazioni mondiali e l’imprenditore è protagonista indispensabile e responsabile di ogni cambiamento. Il crescente benessere delle popolazioni postula maggiori consumi, maggiore domanda di alimenti e di energia e quindi maggiore produzione. Ma la terra non è un bene riproducibile, è un bene che si logora e si consuma se non è correttamente gestito.

Non bisogna dimenticare che la terra è il bene comune che garantisce la vita ad oltre sei miliardi di persone. E’ il bene che ogni giorno deve essere curato ed amministrato per rispondere, tra soli venti anni, alle necessità alimentari, energetiche ed ambientali di oltre otto miliardi di individui.

Da queste considerazioni la Fondazione vuole partire per determinare un più realistico approccio verso una materia che deve porsi al centro delle valutazioni di chi ha la responsabilità, in vari contesti, di guidare il nostro Paese.

La Fondazione vuole pertanto porre le basi per una più diffusa riflessione sulla complessità dei fenomeni che, a vario titolo, sono connessi con il settore primario; sulle forti, inscindibili relazioni che si sviluppano con altri mondi produttivi e con la società.

Le tematiche che avvolgono e coinvolgono la gestione del bene terra, le sue attuali dimensioni ed il suo futuro, hanno bisogno non solo di continuo adattamento ed aggiornamento ma hanno necessità soprattutto di più stretti confronti e collegamenti.

In altri termini, numerosi soggetti pubblici e privati sono chiamati a compiere scelte che incidono sull’agricoltura, ovvero sul territorio, sul paesaggio, sul clima, ecc., senza che siano contestualizzati gli effetti delle scelte medesime nonché le ricadute che tali scelte producono in altri ambiti. Scelte e decisioni apparentemente parziali e settoriali hanno invece spesso impatti “collettivi” che sfuggono o non sono valutati con la giusta comprensione.

Si è ritenuto dunque necessario proporre una sede di confronto e di approfondimento all’interno della quale scaturiscano non solo indirizzi di “politica strategica” ma si assuma consapevolezza interdisciplinare per meglio disegnare i percorsi da intraprendere.

Si costruisce una rete “interculturale” all’interno della quale si abbattono i diaframmi che possono rendere ardua o parziale la comunicazione tra vari soggetti e si determinano le condizioni idonee a costruire stabili e proficue relazioni la cui portata positiva possa trasferirsi nelle decisioni da assumere, amplificandone l’efficacia, la positività e la sostenibilità.

La Fondazione non vuole essere dunque una “Scuola rituale”. Vuole essere una “stanza di compensazione” ed elevato contenuto qualitativo nella quale siano stimolati gli apporti costruttivi ai più alti livelli per poter contribuire attivamente e liberamente a superare le incertezze caratteristiche di questi tempi.

Siamo convinti che le sfide del futuro si possono vincere aggregando le forze vive del Paese e gli intelletti costruttivi e propositivi nel rispetto delle identità di ciascuno e senza alcuna pregiudiziale ideologica. La Fondazione ha dunque la pretesa di offrire un laboratorio di aperto confronto nella quale si misurino esperienze diverse ed interessi diversi per ricercare una sintesi. Non a caso c’è un punto di partenza sul quale si può convenire: l’agricoltura è la sola attività che da 4.000 anni costringe l’uomo a misurarsi con altri uomini e con la natura che lo circonda ed è la sola attività che ha legato uomini di Paesi e culture diverse. La stessa Unione europea fonda le radici in una politica agricola comune.

Oggi dunque l’agricoltura può essere coagulo e collante su tematiche che vanno dalla bioetica alla finanza, dal commercio alla geopolitica, dalla costruzione del paesaggio alle grandi infrastrutture.

L’obiettivo di fondo non potrà che essere quello di formulare progetti “politici” dinamici sui quali convenire e sui quali adattare decisioni e comportamenti che offrano alla collettività nuove opportunità di ordinato sviluppo e benessere.

La Fondazione promuove la cultura del rispetto e delle responsabilità verso la terra favorendo la diffusione di valori etici, economici, scientifici e culturali afferenti il mondo dell’agricoltura in tutte le sue articolazioni.

A tal fine, la Fondazione si proietta pertanto su un ampio spettro di iniziative tese a recuperare in Italia, in Europa e su scala internazionale, il valore che l’agricoltura è in grado di garantire per uno sviluppo sostenibile del pianeta.

Per dare contenuto alla propria mission e raggiungere i propri obiettivi statutari la Fondazione:

1. Svolge attività di studio, ricerca e formazione sui temi dell’agricoltura ed, in particolar modo, nell’ambito delle politiche alimentari, industriali, ambientali ed energetiche e, più in generale, nelle discipline economiche e sociali.

2. Promuove campagne di sensibilizzazione e di comunicazione verso l’opinione pubblica, il mondo imprenditoriale ed i decisori pubblici.

3. Organizza convegni, seminari, workshop, tavole rotonde, ecc., allo scopo di coagulare l’attenzione della politica, del mondo scientifico e dell’opinione pubblica sui temi sopra richiamati.